I 4 fattori fondamentali
che devI assolutamente considerare
prima di scegliere una nuova sviluppatrice compatta
per fotopolimeri.
A prescindere dal tipo di lastre utilizzate:
per stampa UV, base acqua o solvente
Quante volte mi è capitato di ricevere chiamate da stampatori che non sapevano più dove sbattere la testa per risolvere le molte problematiche dei loro impianti di sviluppo!
Questa è la ragione per cui ho deciso di darti qualche linea guida per aiutarti a scegliere la tua prossima sviluppatrice compatta. Bastano 4 fattori per fare la differenza in produzione.
Fattore 1 – CONTROLLI ELETTRONICI E LAMPADE
Se lavori con una sviluppatrice di vecchia concezione, ti sarà capitato di iniziare la produzione quando la macchina non è pronta, ovvero quando le lampade sono ancora troppo fredde per una corretta esposizione.
Proprio per evitare questo rischio, le macchine più all’avanguardia attualmente disponibili sul mercato sono dotate di una speciale configurazione con tutti i controlli elettronici, grazie ai quali puoi monitorare anche lo stato e la temperatura delle lampade.
Con indicatori di funzionamento delle lampade, della temperatura, delle regolazioni e il segnalatore acustico di fine processo, i tempi delle valutazioni a “spanne” sono ufficialmente finiti e puoi impostare il tuo lavoro su un livello di precisione del tutto inedito.
Fattore 2 – IL VUOTO PERFETTO
Come ben sai, il vuoto è un passaggio molto delicato ma determinante nel processo di sviluppo se usi lastre analogiche.
Basta una minima difformità per fare la differenza tra un lavoro ben fatto e un lavoro da rifare, e la maggior parte delle macchine ti costringe ad aspettare fino alla fine del processo per scoprirlo.
Se stai per cambiare la tua vecchia sviluppatrice, dedica molta attenzione alle caratteristiche del vuoto!
Come fai a capire se la macchina che hai davanti è progettata per consentire un vuoto perfetto?
Innanzitutto cerca questo segno rivelatore: delle piccole scanalature che consentono una più agevole e completa fuoriuscita dell’aria.
Altro indizio importante: lo spessore del telo diffusore. Assicurati che non sia troppo sottile, perché un telo leggero è più delicato e rende più difficile la perfetta creazione del vuoto.
Ma se vuoi veramente accaparrarti una sviluppatrice TOP, sappi che ci sono modelli che arrivano addirittura ad avvisarti se il telo non è tirato a sufficienza.
Non dovrai più restare col fiato sospeso per tutta la durata del processo in attesa di vedere se ti è andata bene o se, anche questa volta, ti toccherà buttare via tutto e ricominciare da capo.
Gli scarti? Improvvisamente ridotti a ZERO.
Fattore 3 – LE SPAZZOLE
Se produci lastre di diverso spessore, saprai cosa significa dover svitare e impostare a mano il piano spazzole: un’agonia.
Allenti da una parte, allenti la vite dall’altra ma non sono mai perfettamente parallele al primo colpo.
Da una parte le spazzole toccano il cliché ma dall’altra no. E allora vai ancora di cacciavite come se non ci fosse un domani.
Esistono sviluppatrici che prevedono la regolazione automatica degli spessori: non devi fare altro che premere un pulsante, e lo spessore corretto della lastra da incidere si imposterà in automatico. Tutta un’altra vita, te lo assicuro.
(continua sotto)
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Quando i dettagli fanno la differenza in produzione.
Fattore 4 – L’APERTURA AUTOMATICA
Nelle aziende di oggi, i responsabili prestampa hanno spesso l’esigenza di allontanarsi dalla sviluppatrice per correre alla macchina da stampa, o rimangono a lungo impegnati al computer.
Se sei tu quello che adesso corre avanti e indietro dalla produzione sai bene di cosa sto parlando.
Se invece la tua responsabilità si estende all’intera azienda, avrai un tipo di ansia diverso: il mio operatore si sarà ricordato di controllare che le lastre non siano rimaste in ammollo a fine lavaggio??
In un caso o nell’altro, esiste una sviluppatrice in grado di eliminare al 100% il rischio di danneggiamento delle lastre per una permanenza eccessiva nell’acqua di lavaggio: macchine che consentono di inserire l’optional dell’apertura automatica, grazie al quale lo sportello del lavaggio si apre a fine ciclo, salvando le lastre dall’effetto salamoia.
Un bel pensiero in meno, no?
Se invece lavori con formati difficili da maneggiare come il formato lastra 90×120 cm oppure hai alte produzioni, si rende necessaria una sviluppatrice in linea. Ma anche in questo caso, i processori automatici per la produzione dei polimeri non sono tutte uguali. Ci sono fattori che fanno davvero la differenza. Ma di questo parleremo la prossima volta.