Colore impastato? Caratteri ingrossati? Come ottenere il controllo sui risultati stampa.

Come ottenere sempre il massimo dei risultati in stampa,
senza necessità di cambiare sviluppatrice,
anche se i tuoi operatori non hanno esperienza
con cliché e variabili di stampa

a cura di Cristiano Bottazzini, responsabile tecnico del reparto R&D di Ditom dal 1995

Se anche tu non sopporti di fermare la macchina da stampa e andare avanti a tentativi per ottenere il risultato corretto in stampa, questo articolo è per te.

Quante volte ti sarà capitato di passare le ore sulla macchina da stampa per cercare di capire come eliminare i caratteri ingrossati.

Provi ad aggiustare le pressioni, cambi le racle pensando che siano usurate, pulisci ancora il cliché, scruti attentamente il tuo stampato con il lentino alla ricerca della rivelazione.

Dai retta anche ai suggerimenti dell’ultimo “professorone” di turno (anche se sai già che non cambierà nulla).

Hai modificato talmente tante volte le impostazioni di stampa che ora non sai nemmeno più come sei arrivato ai risultati che hai tra le mani e che sono appena appena accettabili.

Lo so che non è facile avere il controllo delle curve di stampa e dei risultati ma la soluzione esiste e, contrariamente a ciò che spesso ho sentito dire ad alcuni clienti,  non significa necessariamente che tu debba cambiare la tua macchina da stampa.

Ma andiamo per ordine. 

Lascia che ti racconti cosa mi è successo alcuni mesi fa con un mio cliente stampatore che era così esasperato che aveva quasi gettato la spugna.

Per la cronaca, si tratta di uno stampatore flexo che non ha una produzione interna di cliché. Si avvale di un service della zona a cui commissiona lavori a banda stretta 2, 3 e 4 colori. 

Ultimamente ha dei problemi. I cliche’ ricevuti sembrano non essere più all’altezza delle sue aspettative ma, nonostante alcuni rifacimenti e diversi aggiustamenti in macchina, non riesce risolvere il problema e non sa più che pesci prendere.

Osserva la scaletta del lavoro che mi ha portato:

Foto 1: Primo test, caratteri impastati

Come vedi nella Foto 1, il colore risulta impastato, il carattere ingrossato… Quando stampo il 50% normalmente ottengo [stampo] un 62-67% ma qui siamo addirittura al 95%!

Insomma, non serve essere un addetto ai lavori per accorgersi che questa non è una scaletta ma un pastone.

Certo, la pressione e la qualità dell’inchiostro hanno fatto la loro parte, ma qui c’è molto di più.

Frustrato dai fermo macchina e dai ritardi di produzione, il cliente mi chiede consiglio e, incuriosito dal discorso CTP e lastre digitali, mi chiede maggiori informazioni. 

Non ha volumi esagerati ma si trova in una zona poco servita. Ha un service poco distante ed è molto attento e veloce nelle consegne ma quando si rompe un cliché e c’è un’emergenza, si deve per forza smontare tutto e cambiare la scala lavori se no è un bagno di sangue!

Per questo motivo,  da tempo, pensa sempre più seriamente a rendersi autonomo gestendo internamente la produzione dei cliche’.

Vuole capire quanto il CTP possa effettivamente aiutarlo a risolvere i suoi problemi.

Dopo aver analizzato attentamente la situazione e i campioni che ho ricevuto, decido di procedere con l’etichetta di riferimento, faccio un test di caratterizzazione e raccolgo i dati per ottimizzare la stampa.

Dopo aver stampato il test, rileviamo i dati per capire se la direzione che abbiamo imboccato è corretta e se il problema migliora, o tende proprio a sparire.

 

Foto 2 – Secondo test: scaletta comincia a prendere la giusta forma… ma i minimi sono un po’ alti.

A questo punto non resta che ottimizzare, definendo la curva ideale per il singolo gruppo di stampa.

Foto 3 – Terzo test, scaletta corretta
  

Ed ecco che l’obiettivo è centrato in pieno.

Grazie a questa analisi, il cliente scopre di avere un gruppo di stampa difettoso sulla macchina e un problema legato ad un colore degli inchiostri.


Hai voglia a fare tentativi in macchina e aggiustare le pressioni! C’era da diventare matto ogni volta!

Con il CTP e una calibrazione ad hoc delle curve è possibile risolvere molti dei problemi che si presentano in stampa e creare cliche’ per stampare anche nelle condizioni di lavoro attualmente utilizzate in stampa.

Quali conclusioni possiamo trarre da questo caso?

Be’, innanzitutto che una produzione interna di cliché con un sistema CTP consente di ottenere un controllo diretto sulla tua produzione e di calibrare le curve di stampa in funzione del risultato che vuoi ottenere.

Un fornitore esterno si basa sui dati che ha a disposizione ma si ferma alla realizzazione del cliche’. Non è al tuo fianco quando stampi e non sa cosa succede dopo, sulla tua macchina da stampa.

Avere un sistema CTP in casa, invece, ti mette nelle condizioni di personalizzare al massimo la tua produzione, con una precisione e un’autonomia che nessun altro sistema ti può offrire.

Pensa quanto potrebbe essere semplice andare in stampa con la garanzia di ottenere il massimo dei risultati avendo sotto controllo le TUE variabili uniche e specifiche: operatore, macchina da stampa, polimeri, anilox, carta/supporto, biadesivi, racle…

Con un CTP puoi ottenere il controllo totale della tua produzione ma hai bisogno della persona giusta che possa affiancarti e trasferirti le corrette informazioni. 

Non sono informazioni che ottieni con un semplice training ma con una formazione continua. 

La formazione continua è ciò che può fare davvero la differenza nel tuo reparto di produzione ed è proprio su questo aspetto che noi di Ditom puntiamo ogni giorno. 

Questo è il valore aggiunto che i nostri tecnici possono assicurarti.


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