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Flexo ad Acqua: I 3 errori da evitare

I tre errori da non commettere
per evitare
che la flexo ad acqua
si trasformi nel tuo peggior incubo

Quando si parla di produzione di lastre flexo, c’è molta confusione. Soprattutto quando parliamo di fotopolimeri flessografici con sviluppo ad acqua. Facciamo un pò di chiarezza.

1° ERRORE:

PENSARE CHE LE LASTRE IBRIDE PER FLEXO UV
E LE LASTRE FLEXO PURE CON SVILUPPO AD ACQUA
SIANO LA STESSA COSA

Quando si parla di flexo da acqua molti pensano alle classiche lastre tipografiche adattate alla flessografia, le cosiddette lastre “ibride” , chiamate così perché non sono né tipografiche né propriamente flessografiche.

Non conoscere la differenza tra una lastra ibrida (per esempio le lastre Toray WF, le lastre Toyobo ZF, le lastre Miraclon BF, i nuovi polimeri tipografici BF) e una flessografica pura come Aquaflex può portarti ad acquistare attrezzature non idonee alle tue esigenze.

La lastra ibrida è una via di mezzo utile per chi stampa con inchiostri UV perché lo stampatore può rendersi autonomo facilmente, con qualche compromesso.

Ho sempre avuto un debole per le lastre ibride: i polimeri BF mi hanno sempre dato parecchie soddisfazioni anche se i cliché risultano un pò rigidi con il tempo… Ciò nonostante, costituiscono una soluzione reale per gli stampatori che non vedono di buon occhio la produzione interna di lastre a solvente ma hanno l’esigenza di rendersi autonomi in alcuni rifacimenti senza onerosi investimenti.

Con l’introduzione della nuova lastra flexo pura con sviluppo ad acqua è cambiato tutto : flessibile, predisposta per le certificazioni HD, veloce da processare e che non richiede l’uso di solventi…

Un vero sogno  per tutti gli stampatori flexo che desiderano produrre internamente.

Ma… c’è un MA.

Il grande errore della maggior parte degli utilizzatori è pensare di poter lavorare la lastra flexo pura ad acqua nello stesso modo di quelle ibride. 

La tecnologia della flexo ad acqua è – scusami il paragone ma rende bene l’idea – una bella donna, sofisticata. In quanto tale, richiede attenzioni particolari ma soprattutto non deve essere mai trascurata!

Ed ora ti spiego come.

 (continua)

FOTO 1

Lavaggio compatto dotato di sistema di filtrazione avanzato per flexo ad acqua.

FOTO 2

Lavaggio compatto con apertura automatica e regolazione automatica degli spessori.

2° ERRORE:   PENSARE DI PROCESSARE LE LASTRE NEI SOLITI IMPIANTI TRADIZIONALI E OTTENERE DEI BUONI RISULTATI

Davvero pensi che utilizzare una vecchia macchina compatta lasciata in cantina per anni ti possa far ottenere i risultati paragonabili ai cliché acquistati dai service? 

Vuoi davvero che io ti elenchi i vantaggi di usare Aquaflex e che ti illuda dicendoti che basta una vasca con dell’acqua per lavorarle correttamente?

Mi spiace ma preferisco affrontare questa domanda come faccio con i problemi nella pre-stampa…  e quindi partiamo dai fatti.

Aquaflex è una lastra flessibile, elastica con un ottimo trasferimento dell’inchiostro.

Mantiene le sue caratteristiche nel tempo, anche dopo numerose ristampe.

E’ veloce da produrre: 35 minuti nello spessore 1,14 e vai subito in stampa!

Per lo stampatore, il vantaggio principale è che non ha bisogno di nessuna attesa. I cliché possono andare direttamente in stampa.

Aquaflex ha un’ottima densità di colore nelle retinature spinte e le sfumature molto nitide.

Dato che scarica bene il colore, i fermo macchina dovuti alla pulizia dei cliché si riducono drasticamente.

Aquaflex permette lunghissime tirature e può essere usata con qualsiasi tipo di inchiostro: base acqua, UV e solvente.

Per lo stampatore più esigente, Aquaflex è predisposta per le certificazioni HD.

Bene, questi sono i fatti. 

Questo non significa però che tu riesca ad ottenere il massimo usando qualunque macchina sul mercato.

E qui arriviamo al 3° ERRORE, quello più grave.

3° ERRORE: PENSARE: “UN SISTEMA VALE L’ALTRO.”

Purtroppo nella flexo ad acqua non basta avere una lastra che sembra dare i risultati corretti.
I risultati devono essere garantiti e costanti nel tempo perché altrimenti è un bagno di sangue per l’operatore ma soprattutto per l’azienda.

Ne ho viste di tutte! Operatori che non sanno più che pesci pigliare:

  • fanno passare 4 volte la lastra nel processore per cercare di lavarla correttamente.
  • cambiano spesso le spazzole della macchina perché così lavano meglio
  • cambiano l’acqua ogni 2 lastre per evitare gli “sporchi” sul cliché

Potrei andare avanti ancora per ore quando spiego agli operatori che il segreto della flexo ad acqua sta nell’impianto. Non deve essere il risultato di 1000 arrabattamenti!

Mi spiace, non basta adattare una vecchia sviluppatrice tipografica, cambiare le spazzole e metterci un ricircolo per far funzionare le lastre flexo pure. 

Puoi spendere anche cifre assurde… anche 20.000€ per far sistemare un vecchio impianto senza liberarti dai problemi.

La soluzione esiste.  

Finalmente c’è una linea creata grazie all’esperienza ventennale nella flexo ad acqua di ingegneri esperti che rende la produzione dei cliché flexo ad acqua semplice per qualsiasi operatore.

E’ un processore dotato di un sistema di filtraggio che permette di mantenere la vasca di lavaggio completamente pulita ed evita di trasferire eventuali residui nella sezione del filtro… 

Questo permette di sviluppare le lastre con acqua sempre completamente pulita, senza necessità di fermare la produzione per le operazioni di manutenzione!

Sto parlando dei nuovi impianti della linea WFW che garantiscono il massimo delle performance anche per altissime produzioni. Sono disponibili sia in versione compatta sia in versione in linea.

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